mercoledì 8 giugno 2011

Mono_Meta_Fanta_Cognitivo

1. LA DISCIPLINARITÀ PER CONOSCERE E CAPIRE IL MONDO

1.1. Il sistema disciplinare, congegno longitudinale delle “competenze”

Innanzitutto, la disciplinarità. Proprio perché attribuisce alle singole discipline scolastiche il titolo di intelligenza specifica (ogni materia è titolare di un proprio balcone cognitivo, dispone di una lente con la quale conosce e interpreta il mondo: sono gli occhiali letterari, storici, scientifici, artistici, eccetera), la disciplinarità ha l’indiscutibile merito di esporre alla luce del sole la carta d’identità culturale (lo statuto) di ogni materia scolastica: la morfologia delle competenze cognitive che le sono proprie.
Dunque, accendiamo i riflettori della nostra ricognizione curricolare sulla morfologia degli statuti disciplinari, sul congegno delle strutture a priori (i “pezzi” dello scacchiere) di cui dovrebbe essere corredata ogni materia scolastica con dignità di sistema culturale.
Lo statuto disciplinare è titolare di tre repertori di “competenze”: monocognitive, metacognitive, fantacognitive. Il repertorio monocognitivo è generatore di “condotte” disciplinari (in termini di conoscenze e di linguaggi); il repertorio metacognitivo è generatore di padronanze disciplinari (in termini di processi logici e metodologici); il campo fantacognitivo, infine, è generatore di “capacità” disciplinari (in termini di abilità euristiche ed estetiche). Tutto questo significa sottoporre le singole discipline a un processo di distillazione cognitiva al fine di evidenziare le loro competenze di primo livello (le microconoscenze, in termini di condotte alfabetiche) e di secondo livello (le macroconoscenze, in termini di padronanze logiche e metodologiche, nonché di capacità euristiche ed estetiche). Osserviamo alla “moviola” - al rallentatore e in gigantografia - questo set dei campi formativi che fanno da architrave a ciascun statuto disciplinare, specificandone inoltre le strutture interne definibili competenze (condotte-padronanze-capacità disciplinari).

a) Le competenze monocognitive
La funzione del repertorio monocognitivo delle competenze è l’acquisizione delle condotte alfabetiche di base sul duplice fronte delle “conoscenze” e dei “linguaggi”.
Primo fronte. L’accumulazione di conoscenze plurali. Si identifica con i molteplici punti/nuclei nevralgici relativi ai “saperi” di una disciplina, che vengono assimilati in termini di competenze cognitive a persistenza lunga (con bassi coefficienti di mnemonismo e nozionismo) allorquando l’allievo sa porli in rete tra aprendoli così, alla plurilateralità e alla problematicità. Il che significa saper conoscere e collegare tra loro termini, simboli, concetti, principi, regole, operazioni, procedimenti, ecc., mediante condotte di comprensione (saper comprendere) e di applicazione (sapere applicare) degli automatismi alfabetici contratti dentro il campo monocognitivo.
Secondo fronte. L’accumulazione di semiologie plurali. Si identifica con il saper cogliere (in termini sia di automatismi lessicali-grammaticali-sintattici, sia di condotte di comprensione e uso del registro linguistico) il sistema “simbolico” di riferimento – il codice – che formalizza il singolo statuto disciplinare: il linguaggio storico, matematico, artistico, scientifico, tecnologico, e così via.

b) Le competenze metacognitive
La funzione del repertorio metacognitivo delle competenze è l'acquisizione di padronanze intellettuali superiori (di analisi e di sintesi, di induzione e di deduzione, di impostazione e di risoluzione di problemi, ecc.): possibili incentivando il duplice fronte delle padronanze logiche e metodologiche. Con il campo "metacognitivo" entriamo nei terreni delle operazioni mentali superiori, dove crescono le procedure generative degli stili di apprendimento dell'infanzia come dell'adolescenza.
Primo fronte. Le padronanze "logiche" come punto di vista ermeneutico di una disciplina. Si identifica, per l'appunto, con il balcone della logica formale di una materia: affacciandosi al quale l’allievo è nelle condizioni di osservare e comprendere il mondo, nonché di elaborare e progettare un suo cambiamento. Sul banco metacognitivo si apprende a rilevare le caratteristiche, conservare e integrare le informazioni accumulate con altre preesistenti: cioè a dire, a collocare in quadri interpretativi le conoscenze raccolte, a ripararle e ricostruirle con il “mastice” di un determinato punto di vista disciplinare.
Secondo fronte. Le padronanze “metodologiche" come punto di vista inquisitivo di una disciplina. Si identifica con l’officina di metodo (teorico ed empirico, induttivo e deduttivo) di una materia scolastica. Attivare a scuola più officine di metodo (storico, scientifico, letterario, artistico, ecc.) significa mettere l'allievo nelle condizioni di potere disporre di più metodi di approccio ai "saperi" (quindi, di avere a disposizione un alfabetiere metodologico plurilaterale e problematico) mediante i quali potere identificare e risolvere i problemi (le “strutture” cognitive) delle discipline, per ricostruire e produrre conoscenze (mettendo in crisi, rompendo e aggiustando logicamente le sequenze cognitive), per inquadrare-sintetizzare-valutare i molteplici percorsi disciplinari del curricolo scolastico.

(c) Le competenze fantacognitive
La funzione del repertorio fantacognitivo delle competenze fa tutt'uno con la duplice "abilità" euristica ed estetica. Con le competenze fantacognitive entriamo negli affascinanti terreni dei processi trasfigurativi e reinventivi dell'allievo, dove crescono le virtualità/abilità relative al sapere rieditare e ricreare le conoscenze “note” in conoscenze “nuove”: inedite, originali, inattuali.
Primo fronte. Le capacità immaginative/fantastiche come punto di vista euristico di una disciplina. Si identifica con il potenziale cognitivo eversivo di una materia, con i suoi dispositivi di rottura e di corto-circuito mentale che conducono l’intelligenza infantile negli affascinanti abissi della trasgressione logica e della confutazione metodologica. Quindi, l’utilizzo strumentale della condotta “monocognitiva” e della padronanza “metacognitiva” sono i trampolini di lancio per tuffarsi nel mare dell’inesausta scoperta di “mondi” esistenziali, scientifici, assiologici, inaccessibili alla logica, al ragionamento, alla congettura formale.
Secondo fronte. Le capacità immaginativo/fantastiche come punto di vista estetico di una disciplina. Si identifica con i potenziali valori formali (la “qualità” delle forme espressive: narrative, poetiche, evocative, simboliche, ecc.) di cui è virtualmente equipaggiata ciascuna materia curricolare.
L’orizzonte estetico – inteso come ricerca e conquista dei punti di originalità, irripetibilità, armonia, risonanza esistenziale presenti tanto nella realtà quotidiana (sociale e naturale), quanto nell’universo dell’arte (letteratura, pittura, scultura, musica, cinema, ecc.) – può essere perseguito nel curricolo disciplinare attraverso sia l’educazione alla fruizione (alla comprensione critica, alla percezione formale, al “gusto”) dei valori qualitativi presenti nelle “strutture” disciplinari (le conoscenze, i linguaggi, le logiche, le metodologie, e così via) sia l’educazione alla creazione personale (alla produzione artistica) di “nuove” sintesi estetiche tramite la grammatica della fantasia presente nelle “strutture” disciplinari.

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