Roberto Battiston
un video che merita per capire in modo elementare la questione ENERGIA
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lunedì 5 settembre 2011
mercoledì 13 luglio 2011
Fusione a freddo (Rossi e Focardi)
Quali prospettive energetiche dopo la scoperta Rossi-Focardi? Ne discutono lo stesso professore Sergio Focardi, il professore di Fisica Francesco Celania, Stefano Borrino della società italiana brevetti insieme ai giornalisti e curatori del blog Petrolio Pietro Cambi e Debora Billi e al giornalista di Rainews Angelo Saso che sull'argomento ha realizzato un'inchiesta. Conduce Maurizio Torrealta
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venerdì 25 marzo 2011
Hiroshima mon Amour
Da rivedere
"L'era dl Secondo Fuoco"
1
2
3
...
Un architetto giapponese ed un'attrice francese trascorrono assieme un'intensa notte di passione. Da quel rapporto prende il via quella che sembra destinata ad essere una storia d'amore a lieto fine. Improvvisamente, quanto inevitabilmente, iniziano ad affacciarsi gli spettri del recente passato. Spettri che investono soprattutto la fragile ragazza parigina. Tramite un innovativo e sorprendente uso dei flashback, il regista ci mostra il dolore della guerra - soprattutto di ciò che lascia in noi nel dopoguerra - visto attraverso gli occhi smarriti di una singola persona e, simultaneamente, il dolore collettivo, dignitoso al punto da commuovere, della città che ha sofferto il bombardamento atomico. Un precedente amore "impossibile", vissuto dalla protagonista, in Francia, durante la guerra, finisce tragicamente con la morte dell'innamorato (un soldato tedesco). La conseguente elaborazione del lutto, in qualche modo, fa scaturire in lei il desiderio di vivere a Hiroshima, dove si trova per girare un film e, forse, dove spera di poter diluire le sue pene tramite la condivisione del suo con il dolore collettivo della città e di un popolo intero. Ma è tutta una triste finzione: scoprirà che il proprio dolore lo si affronta sempre e soltanto da soli. Lo stesso film pacifista nel quale lei lavora (interpretando il ruolo di una crocerossina), altro non fa che acuire il suo errore, cioè l'inganno col quale essa anela di ritrovare la serenità perduta allontanandosi dalla realtà, fingendone una nuova.
Gli incubi che la perseguitano, in un'ossessionante mescolanza - volutamente non netta - tra ricordo ed immaginazione, la portano a compiere un percorso di maturazione che, a tratti, ci appare prossimo ad un compimento, ma che, invece, gira attorno al nucleo del problema, senza mai affrontarlo direttamente, esattamente come le particelle roteano, minacciose, attorno al nucleo dell'atomo prima che si inneschi la fatale reazione nucleare.
Accanto a lei, l'uomo che l'ama - e di cui anch'essa è apparentemente innamorata - simbolo sì di un Paese che ha perso la guerra, ma che sembra il vero vincitore. Il regista Alain Resnais ci dice chiaramente che perdere una guerra, così come perdere migliaia di vite umane, non equivale a perdere una singola persona amata.
Il travaglio che, via via, affligge la coppia, offre allo spettatore spunti di riflessione e di meditazione di una profondità e di una verità che, ancora oggi, riescono a stupire e far vibrare le corde più intime dell'essere umano. Essere umano che il film ci descrive come destinato alla solitudine, ma accompagnato dall'amore. In entrambi i casi suo malgrado.
Grazie ad un abilissimo montaggio, il passato di lei (la Francia) ed il presente (il Giappone) si accavallano e si rincorrono senza una vera soluzione di continuità e, soprattutto, senza una risposta definitiva, nemmeno quando il dolore collettivo della città (quindi la sua memoria) si sintetizza nel dignitoso volto dell'uomo, il quale, dinanzi alla domanda di lei, risponde dicendole che il suo nome è Hiroshima.
"L'era dl Secondo Fuoco"
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Un architetto giapponese ed un'attrice francese trascorrono assieme un'intensa notte di passione. Da quel rapporto prende il via quella che sembra destinata ad essere una storia d'amore a lieto fine. Improvvisamente, quanto inevitabilmente, iniziano ad affacciarsi gli spettri del recente passato. Spettri che investono soprattutto la fragile ragazza parigina. Tramite un innovativo e sorprendente uso dei flashback, il regista ci mostra il dolore della guerra - soprattutto di ciò che lascia in noi nel dopoguerra - visto attraverso gli occhi smarriti di una singola persona e, simultaneamente, il dolore collettivo, dignitoso al punto da commuovere, della città che ha sofferto il bombardamento atomico. Un precedente amore "impossibile", vissuto dalla protagonista, in Francia, durante la guerra, finisce tragicamente con la morte dell'innamorato (un soldato tedesco). La conseguente elaborazione del lutto, in qualche modo, fa scaturire in lei il desiderio di vivere a Hiroshima, dove si trova per girare un film e, forse, dove spera di poter diluire le sue pene tramite la condivisione del suo con il dolore collettivo della città e di un popolo intero. Ma è tutta una triste finzione: scoprirà che il proprio dolore lo si affronta sempre e soltanto da soli. Lo stesso film pacifista nel quale lei lavora (interpretando il ruolo di una crocerossina), altro non fa che acuire il suo errore, cioè l'inganno col quale essa anela di ritrovare la serenità perduta allontanandosi dalla realtà, fingendone una nuova.
Gli incubi che la perseguitano, in un'ossessionante mescolanza - volutamente non netta - tra ricordo ed immaginazione, la portano a compiere un percorso di maturazione che, a tratti, ci appare prossimo ad un compimento, ma che, invece, gira attorno al nucleo del problema, senza mai affrontarlo direttamente, esattamente come le particelle roteano, minacciose, attorno al nucleo dell'atomo prima che si inneschi la fatale reazione nucleare.
Accanto a lei, l'uomo che l'ama - e di cui anch'essa è apparentemente innamorata - simbolo sì di un Paese che ha perso la guerra, ma che sembra il vero vincitore. Il regista Alain Resnais ci dice chiaramente che perdere una guerra, così come perdere migliaia di vite umane, non equivale a perdere una singola persona amata.
Il travaglio che, via via, affligge la coppia, offre allo spettatore spunti di riflessione e di meditazione di una profondità e di una verità che, ancora oggi, riescono a stupire e far vibrare le corde più intime dell'essere umano. Essere umano che il film ci descrive come destinato alla solitudine, ma accompagnato dall'amore. In entrambi i casi suo malgrado.
Grazie ad un abilissimo montaggio, il passato di lei (la Francia) ed il presente (il Giappone) si accavallano e si rincorrono senza una vera soluzione di continuità e, soprattutto, senza una risposta definitiva, nemmeno quando il dolore collettivo della città (quindi la sua memoria) si sintetizza nel dignitoso volto dell'uomo, il quale, dinanzi alla domanda di lei, risponde dicendole che il suo nome è Hiroshima.
martedì 15 marzo 2011
CONTRO IL NUCLEARE
Sito di riferimento che informa sulle motivazioni per essere contro il nucleare.
- Tenendo presente che l'attuale proliferazione delle discipline accademiche e non accademiche conduce ad una crescita esponenziale del sapere, cosa che rende impossibile lo sguardo globale all'essere umano;
- tenendo presente che solo una intelligenza che spieghi la dimensione planetaria dei conflitti attuali potrà fronteggiare la complessità del nostro mondo e la sfida contemporanea di autodistruzione materiale e spirituale della nostra specie;
- tenendo presente che la vita è pesantemente minacciata dalla scienza tecnica trionfante, che non obbedisce che alla temibile logica della efficienza per l'efficienza;
- tenendo presente che la rottura odierna fra un sapere sempre più accumulantesi e un essere interiore sempre più impoverito conduce alla crescita di un nuovo oscurantismo, le cui conseguenze sul piano individuale e sociale sono incalcolabili;
- tenendo presente che la crescita dei saperi, senza precedenti nella storia, accresce la disuguaglianza tra coloro che li possiedono e quelli che ne sono sprovvisti, dando così luogo a disuguaglianze crescenti sia all'interno dei popoli che tra le nazioni sul nostro pianeta;
- tenendo presente al tempo stesso che tutte le sfide enunciate hanno la loro contropartita di speranza e che la crescita straordinaria dei saperi può condurre, a lungo termine, ad una mutazione paragonabile al passaggio dagli ominidi alla specie umana;
tutto ciò considerato, i partecipanti al Primo Congresso Mondiale di Transdisciplinarità (Convento di Arràbida, Portogallo, 2-7 novembre 1994) adottano la presente Carta, intesa come un insieme di principi fondamentali della Comunità degli studiosi transdisciplinari, costitutiva di un contratto morale che tutti i firmatari di essa Carta fanno con se stessi, esclusa ogni costrizione giuridica ed istituzionale.
ARTICOLO 1:
Ogni tentativo di ridurre il concetto di essere umano ad una mera definizione e di considerarlo una pura struttura formale, qualunque essa sia, è incompatibile con la visione transdiscipinare.
ARTICOLO 2:
L'accettazione dell'esistenza di differenti livelli di Realtà, retti con logiche differenti, è inerente all'attitudine transdisciplinare. Ogni tentativo di ridurre la Realtà ad un solo livello, governato da una sola logica, non trova posto nel campo della transdisciplinarità.
ARTICOLO 3:
La transdisciplinarità è complementare all'approccio disciplinare; essa fa emergere dal confronto delle discipline l'esistenza di nuovi dati, che fanno da giunzione o snodo fra le discipline stesse; essa ci offre una nuova visione della Natura e della Realtà. La transdisciplinarità non cerca il dominio fra più discipline, ma l'apertura delle discipline a ciò che le accomuna e a ciò che le supera.
ARTICOLO 4:
La chiave di volta della transdisciplinarità risiede nella unificazione semantica ed operativa delle accezioni di accomunamento e di superamento. Essa presuppone una razionalità aperta, per volgere un nuovo sguardo alla relatività delle nozioni di "definizione" e di "oggettività". Il formalismo eccessivo, la rigidità delle definizioni e l'assolutizzazione della oggettività comportano infatti l'esclusione del soggetto ed impoveriscono il rapporto col conosciuto.
ARTICOLO 5:
La visione transdisciplinare è decisamente aperta, nella misura in cui essa supera il campo delle scienze esatte, per spingerle al dialogo e alla riconciliazione, non solo con le scienze umane ma anche con l'arte, la letteratura, la poesia e l'esperienza interiore.
ARTICOLO 6:
In relazione alla interdisciplinarità e alla multidisciplinarità, la transdisciplinarità è multi-referenziale e multi-dimensionale. Pur tenendo conto delle concezioni del tempo e di Storia, la transdisciplinarità non esclude l'esistenza di un orizzonte trans-storico.
ARTICOLO 7:
La transdisciplinarità non costituisce né una nuova religione, né una nuova filosofia, né una nuova metafisica, né una scienza delle scienze.
ARTICOLO 8:
La dignità dell'essere umano è anch'essa di ordine cosmico e planetario. L'apparizione dell'essere umano sulla Terra è una delle tappe della Storia dell'Universo. Riconoscere la Terra come patria è uno degli imperativi della transdisciplinarità. Ogni essere umano ha diritto ad una nazionalità ma, come abitante della Terra, egli è al tempo stesso un essere transnazionale. Il riconoscimento, da parte del diritto internazionale della doppia appartenenza - ad una nazione e alla Terra - costituisce uno degli scopi della ricerca transdisciplinare.
ARTICOLO 9:
La transdisciplinarità conduce ad una attitudine aperta nei riguardi dei miti e delle Religioni e di coloro che li rispettano con uno spirito transdiscplinare.
ARTICOLO 10:
Non c'è un ambiente culturale privilegiato rispetto agli altri. L'approccio transdisciplinare stesso è anch'esso transculturale.
ARTICOLO 11:
Una educazione autentica non può privilegiare l'astrazione, come strumento di conoscenza, rispetto ad altri. Essa deve insegnare a contestualizzare, concretizzare e globalizzare. L'educazione transdisciplinare rivaluta il ruolo dell'intuizione, dell'immaginazione, della sensibilità e del corpo nella trasmissione delle conoscenze.
ARTICOLO 12:
L'elaborazione di una economia transdisciplinare è fondata sul postulato che l'economia deve essere al servizio dell'essere umano e non il contrario.
ARTICOLO 13:
L'etica transdisciplinare ricusa ogni atteggiamento contrario al dialogo e alla discussione, qualunque sia la sua origine (di ordine ideologico, scientista, religioso, economico, filosofico). Il sapere condiviso dovrebbe condurre ad una comprensione comune, fondata sul rispetto assoluto degli altri, uniti dalla vita comune sulla unica e stessa Terra.
ARTICOLO 14:
Rigore, apertura e tolleranza sono le caratteristiche fondamentali dell'attitudine e della visione transdisciplinare. Il rigore nella argomentazione che tiene conto di tutti i dati è la barriera a fronte di possibili derive. L'apertura comporta l'accettazione dello sconosciuto, dell'inatteso e dell'imprevedibile. La tolleranza è il riconoscimento del diritto a professare idee e verità contrarie alle nostre.
ARTICOLO FINALE:
La presente Carta della Transdisciplinarità è adottata dai partecipanti al Primo Congresso Mondiale della Transdisciplinarità, e non si rifà ad alcuna altra autorità che quella dell'opera e dell'attività di questi ultimi.
Seguendo le procedure che saranno definite in accordo con le persone che seguono, in tutti i Paesi, l'idea di transdisciplinarità, la Carta è aperta alla sottoscrizione di tutte le persone interessate alla realizzazione progressiva di misure di ordine nazionale, internazionale e transnazionale tese all'applicazione di questi articoli nella attività di ogni giorno.
Comitato di redazione
Lima de Freitas, Edgar Morin, Basarab Nicolescu.
traduzione a cura dell'Ing. EZIO MARIANI
I.P.E. - Istituto per ricerche ed attività educative
Napoli - Italia
- Tenendo presente che l'attuale proliferazione delle discipline accademiche e non accademiche conduce ad una crescita esponenziale del sapere, cosa che rende impossibile lo sguardo globale all'essere umano;
- tenendo presente che solo una intelligenza che spieghi la dimensione planetaria dei conflitti attuali potrà fronteggiare la complessità del nostro mondo e la sfida contemporanea di autodistruzione materiale e spirituale della nostra specie;
- tenendo presente che la vita è pesantemente minacciata dalla scienza tecnica trionfante, che non obbedisce che alla temibile logica della efficienza per l'efficienza;
- tenendo presente che la rottura odierna fra un sapere sempre più accumulantesi e un essere interiore sempre più impoverito conduce alla crescita di un nuovo oscurantismo, le cui conseguenze sul piano individuale e sociale sono incalcolabili;
- tenendo presente che la crescita dei saperi, senza precedenti nella storia, accresce la disuguaglianza tra coloro che li possiedono e quelli che ne sono sprovvisti, dando così luogo a disuguaglianze crescenti sia all'interno dei popoli che tra le nazioni sul nostro pianeta;
- tenendo presente al tempo stesso che tutte le sfide enunciate hanno la loro contropartita di speranza e che la crescita straordinaria dei saperi può condurre, a lungo termine, ad una mutazione paragonabile al passaggio dagli ominidi alla specie umana;
tutto ciò considerato, i partecipanti al Primo Congresso Mondiale di Transdisciplinarità (Convento di Arràbida, Portogallo, 2-7 novembre 1994) adottano la presente Carta, intesa come un insieme di principi fondamentali della Comunità degli studiosi transdisciplinari, costitutiva di un contratto morale che tutti i firmatari di essa Carta fanno con se stessi, esclusa ogni costrizione giuridica ed istituzionale.
ARTICOLO 1:
Ogni tentativo di ridurre il concetto di essere umano ad una mera definizione e di considerarlo una pura struttura formale, qualunque essa sia, è incompatibile con la visione transdiscipinare.
ARTICOLO 2:
L'accettazione dell'esistenza di differenti livelli di Realtà, retti con logiche differenti, è inerente all'attitudine transdisciplinare. Ogni tentativo di ridurre la Realtà ad un solo livello, governato da una sola logica, non trova posto nel campo della transdisciplinarità.
ARTICOLO 3:
La transdisciplinarità è complementare all'approccio disciplinare; essa fa emergere dal confronto delle discipline l'esistenza di nuovi dati, che fanno da giunzione o snodo fra le discipline stesse; essa ci offre una nuova visione della Natura e della Realtà. La transdisciplinarità non cerca il dominio fra più discipline, ma l'apertura delle discipline a ciò che le accomuna e a ciò che le supera.
ARTICOLO 4:
La chiave di volta della transdisciplinarità risiede nella unificazione semantica ed operativa delle accezioni di accomunamento e di superamento. Essa presuppone una razionalità aperta, per volgere un nuovo sguardo alla relatività delle nozioni di "definizione" e di "oggettività". Il formalismo eccessivo, la rigidità delle definizioni e l'assolutizzazione della oggettività comportano infatti l'esclusione del soggetto ed impoveriscono il rapporto col conosciuto.
ARTICOLO 5:
La visione transdisciplinare è decisamente aperta, nella misura in cui essa supera il campo delle scienze esatte, per spingerle al dialogo e alla riconciliazione, non solo con le scienze umane ma anche con l'arte, la letteratura, la poesia e l'esperienza interiore.
ARTICOLO 6:
In relazione alla interdisciplinarità e alla multidisciplinarità, la transdisciplinarità è multi-referenziale e multi-dimensionale. Pur tenendo conto delle concezioni del tempo e di Storia, la transdisciplinarità non esclude l'esistenza di un orizzonte trans-storico.
ARTICOLO 7:
La transdisciplinarità non costituisce né una nuova religione, né una nuova filosofia, né una nuova metafisica, né una scienza delle scienze.
ARTICOLO 8:
La dignità dell'essere umano è anch'essa di ordine cosmico e planetario. L'apparizione dell'essere umano sulla Terra è una delle tappe della Storia dell'Universo. Riconoscere la Terra come patria è uno degli imperativi della transdisciplinarità. Ogni essere umano ha diritto ad una nazionalità ma, come abitante della Terra, egli è al tempo stesso un essere transnazionale. Il riconoscimento, da parte del diritto internazionale della doppia appartenenza - ad una nazione e alla Terra - costituisce uno degli scopi della ricerca transdisciplinare.
ARTICOLO 9:
La transdisciplinarità conduce ad una attitudine aperta nei riguardi dei miti e delle Religioni e di coloro che li rispettano con uno spirito transdiscplinare.
ARTICOLO 10:
Non c'è un ambiente culturale privilegiato rispetto agli altri. L'approccio transdisciplinare stesso è anch'esso transculturale.
ARTICOLO 11:
Una educazione autentica non può privilegiare l'astrazione, come strumento di conoscenza, rispetto ad altri. Essa deve insegnare a contestualizzare, concretizzare e globalizzare. L'educazione transdisciplinare rivaluta il ruolo dell'intuizione, dell'immaginazione, della sensibilità e del corpo nella trasmissione delle conoscenze.
ARTICOLO 12:
L'elaborazione di una economia transdisciplinare è fondata sul postulato che l'economia deve essere al servizio dell'essere umano e non il contrario.
ARTICOLO 13:
L'etica transdisciplinare ricusa ogni atteggiamento contrario al dialogo e alla discussione, qualunque sia la sua origine (di ordine ideologico, scientista, religioso, economico, filosofico). Il sapere condiviso dovrebbe condurre ad una comprensione comune, fondata sul rispetto assoluto degli altri, uniti dalla vita comune sulla unica e stessa Terra.
ARTICOLO 14:
Rigore, apertura e tolleranza sono le caratteristiche fondamentali dell'attitudine e della visione transdisciplinare. Il rigore nella argomentazione che tiene conto di tutti i dati è la barriera a fronte di possibili derive. L'apertura comporta l'accettazione dello sconosciuto, dell'inatteso e dell'imprevedibile. La tolleranza è il riconoscimento del diritto a professare idee e verità contrarie alle nostre.
ARTICOLO FINALE:
La presente Carta della Transdisciplinarità è adottata dai partecipanti al Primo Congresso Mondiale della Transdisciplinarità, e non si rifà ad alcuna altra autorità che quella dell'opera e dell'attività di questi ultimi.
Seguendo le procedure che saranno definite in accordo con le persone che seguono, in tutti i Paesi, l'idea di transdisciplinarità, la Carta è aperta alla sottoscrizione di tutte le persone interessate alla realizzazione progressiva di misure di ordine nazionale, internazionale e transnazionale tese all'applicazione di questi articoli nella attività di ogni giorno.
Comitato di redazione
Lima de Freitas, Edgar Morin, Basarab Nicolescu.
traduzione a cura dell'Ing. EZIO MARIANI
I.P.E. - Istituto per ricerche ed attività educative
Napoli - Italia
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