sabato 8 agosto 2009

A proposito di "DONO"

Il nesso tra totalitarismo, simbolismo e irrazionalità è evidente nella definizione del fascismo italiano offerta da Emilio Gentile (E. Gentile, Le origini dell'ideologia fascista (1918.1925), Il Mulino, 1996, pp. 21-22. Sulla definizione di totalitarismo: Id., La via italiana al totalitarismo. Il partito e lo stato nel regime fascista, Roma, La Nuova Italia, 1995; sul simbolismo e la liturgia politica del regime fascista Il culto del littorio, Roma-Bari, Laterza, 1994.). Il fascismo rivendica la "subordinazione della vita individuale e collettiva alla supremazia assoluta dello Stato, attuata per mezzo di una organizzazione totale, e la mobilitazione permanente della popolazione, strumenti principali di una politica di massa basata sull'uso razionale dell'irrazionale, attraverso una mitologia e una liturgia politica" (Id., Il culto del littorio cit., p. 12) in grado di piegare a favore dello Stato totalitario una delle condizioni della modernità, che per la Arendt è la coincidenza del privato e del pubblico (H. Arendt, Vita Activa, La condizione umana, Milano, Bompiani, 1997; Sulla Rivoluzione, Milano, Edizioni di Comunità, 1996.). A confronto con la rilevanza e l'urgenza con cui le passioni e il simbolismo hanno segnato la storia del Novecento risalta maggiormente il carattere orizzontale del dono, lo "scatenamento delle passioni" in una modalità libera ma nella comunità (pp. 219-221).

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