domenica 9 agosto 2009

Heidegger e la questione della tecnica

Essenza della modernità umanista è la ricerca scientifica la quale a, sua volta, è essenzialmente rappresentazione. Essa consiste nell'anticipazione mentale delle condizioni che rendono possibile a qualcosa di rivelarsi per quello che è. Condizione per il manifestarsi dell'ente non è più l'essere, ma il progetto matematico dell'uomo. In questo modo il soggetto non solo diventa condizione del presentarsi dell'ente, inteso come oggetto posto-di-contro, ma se ne assicura l'accadimento con la rappresentazione anticipata delle condizioni che ne garantiscono l'essere.
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Che cos'è la tecnica?
Nel saggio La questione della tecnica (da una conferenza del 18 novembre 1953), Heidegger risponde alla domanda sulla tecnica cominciando col dire che «Tutti conoscono le due risposte che si danno alla nostra domanda. La prima dice: la tecnica è un mezzo in vista dei fini. L'altra dice: la tecnica è un'attività dell'uomo. Queste due definizioni della tecnica sono connesse. Proporsi degli scopi e apprestare e usare i mezzi in vista di essi, infatti, è un'attività dell'uomo. All'essenza della tecnica appartiene l'apprestare e usare mezzi, apparecchi e macchine, e vi appartengono anche questi apparati e strumenti stessi, come pure i bisogni e i fini a cui essi servono. La totalità di questi dispositivi è la tecnica. Essa stessa è un dispositivo, o in latino, un instrumentum.
La rappresentazione comune della tecnica, per cui essa è un mezzo e un'attività dell'uomo, può perciò denominarsi la definizione strumentale e antropologica della tecnica.

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«Ma nell'ipotesi che la tecnica non sia un puro mezzo - si chiede Heidegger - che ne sarà della volontà di dominarla?»

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