mercoledì 29 maggio 2013

Il Concettualismo

Il Concettualismo di Vilma Torselli pubblicato il 1/04/2007 "Un'arte che riesce a fare a meno delle opere d'arte" ed a comunicare un concetto, senza nessuna preoccupazione per il godimento estetico. La definizione di Arte Concettuale risale alla metà degli anni '60 e viene usata per la prima volta da Joseph Kosuth, americano dell'Ohio, che esamina secondo schemi logici ed analitici le relazioni fra linguaggio ed arte con l'intenzione di proporre una forma d'arte che non mira più a produrre un godimento estetico, bensì a definire l'attività del pensiero, a comunicare un concetto, ad avviare nello spettatore un processo di riflessione sulla nozione stessa di arte, sui suoi rapporti con la realtà, sul sistema del contesto nel quale si colloca. Il concetto di arte si amplia e si modifica, sconfina nella filosofia dell'arte, nella psicanalisi, nelle problematiche dell'attualità, l'artista concettuale non mira a creare oggetti o opere artistiche, ma vuole creare idee, discorsi, riflessioni in una rappresentazione logica che, necessariamente, deve escludere ogni componente emozionale, ogni ambiguità rappresentativa alla quale l'arte soprattutto avanguardista ci aveva abituati, per acquisire l'esattezza e la razionalità univoca della scienza. Se l'opera d'arte coincide con l'analisi del linguaggio e del sistema artistico e non è più il risultato di un metodo intuitivo, ma di un metodo analitico-scientifico attraverso il quale comunicare un concetto, al di fuori di ogni forma di referenzialismo, allora i mezzi espressivi utilizzabili ai fini di questa comunicazione sono assolutamente liberi, video, film, happening, performance, body-art, installazioni, narrativa, quando non ci si trovi addirittura in assenza dell'opera vera e propria tradizionalmente intesa,nel caso in cui il prodotto artistico, introducendo il concetto di temporaneità, sia un evento del quale resterà traccia solo nella memoria. Come il concetto di arte informale, anche quello di arte concettuale è un campo molto ampio nel quale possono trovar posto molti movimenti del '900: il Dadaismo di Duchamp, il New Dada, che darà origine alla Pop Art e al Nouveau Réalisme, l'opera provocatoria di Robert Rauschenberg, l'action painting di Jackson Pollock, le rappresentazioni di Yves Klein, tutte le manifestazioni che non vogliono produrre un oggetto artistico ma proporre un nuovo modo di lettura sia della realtà che di ciò che correntemente viene definito arte, con una rinominazione dell'oggetto liberato dalle sue normali relazioni con il contesto in cui si colloca e analizzato ex-novo, al di fuori del suo significato storico-sociale. Sinteticamente, per usare parole di Francesco Morante, si può definire il "concettuale" come "un’arte che riesce a fare a meno delle opere d’arte". Il concettuale, nel giro di una quindicina d'anni, finisce per involversi in forme intellettualistiche stereotipate che, per reazione, come sempre accade, danno spazio allo sviluppo di correnti volte al recupero dei valori formali tradizionali, come il Neo-espressionismo e la Transavanguardia, in quel continuo processo di rinnovamento che è il motore della vita e dell'arte in particolare.

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