venerdì 2 settembre 2011

Nota didattica sulla mappa concettuale


Le idee-chiave
Come si sa, una chiave serve ad aprire una porta...Le idee-chiave si chiamano così perché ci servono ad aprire il nostro cervello e a farci capire e memorizzare le informazioni, le idee, i concetti.
Spesso noi leggiamo dei testi che ci informano su qualche fatto: dobbiamo imparare, con la ragione, a scoprire le idee-chiave che contengono i dati e le informazioni principali,
senza farci confondere dalle nozioni secondarie.
Trovare le idee-chiave non è un fatto automatico o naturale,
ma va imparato esercitandoci insieme sui testi.

Sezione I:
trovo le idee-chiave in brevi frasi
e le evidenzio

Esempio

Frase:

L'OROLOGIO SERVE PER MISURARE IL TEMPO; PUO' ESSERE ANALOGICO O DIGITALE.

Idee-chiave evidenziate:

L'OROLOGIO SERVE PER MISURARE IL TEMPO; PUO' ESSERE ANALOGICO O DIGITALE.

Idee-chiave: OROLOGIO - MISURARE IL TEMPO - ANALOGICO - DIGITALE


Nota didattica sulle idee-chiave

Le frasi vanno analizzate insieme ai bambini, per discutere con loro sulle possibili soluzioni, sulle soluzioni accettabili e su quelle non accettabili.
Occorre insistere per far capire loro che le idee-chiave devono essere in grado di aiutare il nostro cervello a memorizzare le informazioni essenziali. Niente di più.
Inizialmente è meglio utilizzare frasi che contengano nozioni già apprese, per facilitare la comprensione di tutti (ad esempio, la frase sull'orologio è stata proposta perché nelle classi si erano già conosciuti i significati di "analogico" e di "digitale").

Evitare frasi troppo brevi ed essenziali (nelle quali tutta la frase costituisce un' idea-chiave!).




Mappe concetuali
E' opportuno insistere con gli alunni sul fatto che una mappa deve essere uno strumento al nostro servizio. Come una mappa geografica ci aiuta a scegliere un percorso verso una meta, così la mappa concettuale ci aiuta a rappresentare (a noi e ad altri) il percorso effettuato dalla nostra mente nella comprensione di un testo e nella memorizzazione dei concetti essenziali ricavati dal testo. Inoltre la mappa concettuale ci consente di creare legami logici significativi fra le idee-chiave e, quindi, arricchisce il nostro pensiero e facilita una conoscenza approfondita dell'argomento analizzato.

Se la mappa deve essere uno strumento di lavoro a nostro servizio, non ci si deve porre il problema teorico di un utilizzo codificato dei simboli da inserire (non siamo a livello "accademico", ma a livello elementare...).

Tuttavia nel lavoro in classe sorge sempre, ad un certo punto, la necessità di stabilire delle minime "regole" di stesura della mappa che siano valide per tutti: ad esempio nella scelta dei colori relativi ai livelli di collegamento, nella scelta delle forme da utilizzare. Ciò non costituisce affatto un problema, ma un'ulteriore riconferma, per gli alunni, che la mappa concettuale non è solo uno strumento di lavoro personale, ma può diventare un mezzo di comunicazione con gli altri, se si stabiliscono, appunto, alcuni riferimenti comuni.

L'uso delle mappe concettuali favorisce la riflessione metacognitiva degli alunni sui propri processi mentali e sulle procedure attuate dalla mente e dalla memoria nel momento della conoscenza e dell'apprendimento. Per questi motivi le mappe concettuali costituiscono sicuramente un valido approccio allo studio, fin dalle classi inferiori (particolarmente dalla terza elementare).

In quest'ottica le mappe possono venire utilizzate per due diversi scopi:

1. come mezzo per una prima indagine conoscitiva (cioè per una prima "sistemazione" dei concetti ricavati dalla lettura di un testo ed una prima memorizzazione)

2. come strumento per ricostruire un percorso di studio già effettuato (in questo caso la mappa "finale" che viene prodotta sarà più complessa e più ricca di idee-chiave e di legami).

In una prima fase si richiederà agli alunni di realizzare la mappa concettuale attenendosi solo alle idee-chiave espresse dal testo ed evidenziate: questo aiuta i bambini a capire che un testo può contenere solo informazioni parziali, secondo il punto di vista da cui è stato scritto e secondo le finalità e i destinatari del messaggio e della comunicazione.

In una seconda fase, invece, si permetterà agli alunni di arricchire la propria mappa con informazioni aggiuntive a loro disposizione e non necessariamente presenti nel testo da cui si è partiti per l'indagine sull'argomento specifico: ciò consente loro di personalizzare la mappa concettuale facendola propria. Questo è sicuramente un passaggio fondamentale: è qui che avviene l'apprendimento e che i concetti vengono assimilati. Ciò favorirà anche le successive verbalizzazioni (scritte ed orali) che gli alunni saranno chiamati a fare sull'argomento analizzato e studiato. Questo, in fondo, significa studiare.

Occorre infine sottolineare la valenza didattica interdisciplinare di questo strumento cognitivo. Quando si lavora con le mappe, si superano i confini delle singole discipline: non esiste la "mappa di storia", la "mappa di scienze", la "mappa di matematica"... ma una metodologia logica che stimola il ragionamento, le associazioni mentali, i riferimenti concettuali, la rappresentazione grafica del pensiero. Ciò, evidentemente, vale in qualsiasi disciplina e per qualsiasi disciplina, perché è come un "abito mentale" che facilita i ragionamenti, le concettualizzazioni e le loro rappresentazioni ai fini dello studio personale e della comunicazione con gli altri.





Non ultimo, le mappe concettuali piacciono molto ai bambini e ai ragazzi, perché sono "da costruire"...

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