venerdì 29 gennaio 2010

I 10 grandi errori dell'educazione

Il discorso sulla scuola porta inevitabilmente a interrogarsi su quali siano gli errori che hanno portato alla situazione attuale e su chi, più di altri, li abbia commessi.
Una discussione molto accesa e partecipata si è svolta nel mio blog e in FB attorno a due post (“Caro Preside ti scrivo” e “La scuola Gelmini – Israel non serve a nessuno). Numerosi (sorprendentemente?) sono stati gli interventi di operatori della scuola che attribuivano alla scuola stessa la sua buona parte di colpa.

Proviamo a guardare alle “colpe” della nostra scuola iniziando dal pensiero di una delle menti più vivaci presenti, oggi, nella scena internazionale quando si parla del senso e della forma della scuola, Roger Schank, professore, ricercatore, intellettuale, visionario, uno che poggia sempre le sue proposte operative, che spesso sembrano vere e proprie provocazioni, su di una solida ricerca ed una altrettanto solida concettualizzazione.
Internazionalmente note ed apprezzate le sue “cinque “architetture per l’insegnamento” descritte in Engines for Education (R. Schank, C. Cleary, 1995, Lawrence Erlbaum Associates Publisher).

Sono visioni pessimistiche di Schank?
Sono “colpe” ed “errori” che possiamo trovare anche nella nostra scuola?
Quali le “colpe” degli insegnanti?
Potremo mai correggere la rotta?

Ma cosa dice Schank?
Di seguito una sintesi dei passaggi più significativi sulla tematica in questione (in allegato testi più analitici)

In breve, Schank, ci “provoca” attraverso alcune affermazioni:
• la scuola “uccide” la naturale propensione all’apprendimento di ogni persona;
• il successo scolastico non è saper fare qualcosa ma conformarsi alle regole ed agli standard;
• la scuola fornisce agli studenti delle risposte senza che gli studenti abbiano mai fatto prima delle domande;
• la scuola attiva approcci all’apprendimento che sono l’esatto opposto di quelli che si sviluppano nel mondo reale;
• la scuola obbliga l’insegnante ad essere un selezionatore, un presentatore ed un valutatore di contenuti ma non gli chiede di essere un motivatore, un manager ed un leader;
• gli studenti per crescere hanno bisogno di feedback, ma il solo feedback che la scuola sa dare è il voto;
• la scuola non deve arrogarsi il compito di valutare perché, a valutare, dovrebbe essere chi utilizzerà quelle conoscenze;
• non ha alcun valore l’imparare per imparare anche in assenza di una applicazione.

E identifica quelli che lui chiama !I 10 grandi errori dell’educazione”. Eccoli:

1. La scuola agisce come se l’apprendere possa essere dissociato dal fare
2. la scuola crede che la valutazione sia parte del loro ruolo naturale
3. la scuola crede di essere obbligata a creare curricula standardizzati
4. gli insegnanti credono di dover dire agli studenti cosa loro pensano sia importante sapere
5. la scuola crede che l’istruzione possa essere indipendente dalla motivazione per un uso attuale
6. la scuola crede che studiare sia una parte importante dell’apprendere
7. La scuola crede che attribuire voti sulla base del gruppo di età sia una parte intrinseca dell’organizzazione di una scuola
8. la scuola crede che gli studenti si impegnano solo se si devono misurare con i voti
9. la scuola crede che la disciplina sia una parte costituente dell’apprendimento
10. La scuola crede che gli studenti abbiano, di base, un intrinseco interesse ad apprendere qualunque cosa la scuola decida di insegnare loro.

Estratti da
R. C. Schank, C. Cleary, Engine for Education, Lawrence Erlbaum Associates, 1995
Traduzione Gianni Marconato

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