domenica 27 dicembre 2009

Neonomadismo

Nell'era dell'impermanenza, possedere merci diventa superato. E allora ecco le aziende che offrono in affitto beni di ogni tipo: dalla casa alla borsa firmata, all'opera d'arte.

Il neonomade, come il nomade dell’antichità, usa molte cose ma possiede quasi nulla. Il suo stile di vita è la conferma visibile della tesi di Jeremy Rifkin secondo cui stiamo entrando – anzi, siamo già entrati - nell’”Era dell’Accesso”, l'età che prevede la fine dei classici concetti economici di proprietà dei beni.
La nuova economia emersa con lo sviluppo delle Reti e della mobilità professionale privilegia il rapporto fornitore di servizi-utente a quello tradizionale compratore-venditore. In un mondo in cui tutto può essere offerto come servizio, dato in uso o in affitto, non conviene più acquistare e possedere. Meglio fruire e utilizzare per il periodo necessario. E’ la pratica del noleggio applicata a oltranza, per ogni cosa, per tutta la vita, si tratti di un computer, di un’auto o della casa in cui vivere. Richard Florida, lo studioso che deve la sua notorietà al suo concetto di “ascesa della classe creativa”, non ha dubbi al riguardo: “La proprietà della casa era fantastica nell’era industriale. Stimolava l’acquisto di auto, tv, elettrodomestici lì dove la gente aveva un lavoro per la vita, lavorava in fabbrica e aveva una dimora da riempire di tutta questa roba. Ora, invece, la proprietà limita la mobilità, diventa un vincolo troppo oneroso. Per questo vedo l’emergere di nuove forme di affitto delle abitazioni. Quello che alla gente ancora non piace è non sentire una casa ‘propria’ (leggi, personalizzata, ndr) ma arriveremo presto al punto in cui si potrà prendere in leasing un appartamento – come le ditte fanno con gli spazi per gli uffici – e attrezzarlo come più si ritiene opportuno”.
L’impermanenza come stile di vita porta dunque anche all’impermanenza del concetto di proprietà e alle relative forme di consumo. Ecco perché gli specialisti di marketing parlano ora dei nuovi “transumers” (transient consumers), ovvero i consumatori “transitori” che si sono liberati delle seccature legate al possesso di beni permanenti. Invece che collezionare oggetti, case, automobili, per queste persone diventa più importante collezionare esperienze, storie di vita, scoperte, emozioni. Con tutte le forme maniacali che, ovviamente, anche questo percorso può assumere quando perseguito fino all’eccesso.


MOBILI A NOLEGGIO
Affittare interi (o parziali) arredi per la propria abitazione per pochi giorni ma anche per intere settimane o addirittura mesi di fila. In modo da essere liberi di cambiar casa in tempi rapidi, senza essere appesantiti da beni “mobili” ma pesanti da trasportare. Arredi neonomadi, per gente che si sposta di frequente o per chi ogni sei mesi decide di rifare il look alla propria abitazione. Oppure per fare colpo su amici e colleghi di lavoro affittando, magari solo per un giorno, arredi esclusivi e chic, che non ci si potrebbe permettere nell’esistenza quotidiana. Le ragioni sono le più varie, fra cui la possibilità di considerarne i costi come deducibili in quanto associati a una trasferta di lavoro. Nelle “global cities” emergenti il trend è in pieno boom. A Londra c’è Emblem (www.emblemfurniture.co.uk), negli USA si può far riferimento ad Aaron (www.aaronrents.com) e in Australia la scelta può cadere su Pabs (www.pabs.com.au) o Valiant Hire Residential (www.valiant.com.au/).

UNA VITA “FRAZIONATA”
Quella che era una modalità di acquisizione di beni riservata ad aziende e corporation, il leasing, è divenuta ora per molti l’opzione principale con cui procurarsi gran parte degli oggetti materiali di cui necessita la vita di tutti i giorni. A testimoniarlo il successo di Fractional Life, (www.fractionallife.com), un sito che mette a confronto i prezzi e i servizi di 300 aziende attive nella proposta di beni a noleggio, in leasing o in proprietà collettiva: negli ultimi sei mesi i contatti sono raddoppiati. Intanto Forbes Direct (www.forbesdirect.tv), che in Inghilterra noleggia nuovi TV a cristalli liquidi, lavastoviglie elettroniche di ultima generazione e lava-asciugatrici di recentissima concezione, ha visto impennarsi il numero dei contratti, proprio mentre gli acquisti di elettrodomestici sono in caduta. Il noleggio ormai tocca anche il più “personal” dei beni elettronici, il laptop: la Milanese @Work (www.atworkgroup.net) offre 24 mesi di affitto con opzione di riscatto o di passaggio al noleggio di modelli più nuovi.

BORSETTE IN LEASING
Negli Usa il servizio messo in piedi dal sito “Bag Borrow or Steal” (www.bagborroworsteal.com) ha innescato una vera e propria moda-mania. E’ qui che professioniste in carriera e fashion victim vengono a sfogare ora i loro impulsi d’acquisto, questa volta prendendo in leasing occhiali da sole, borse, gioielli e bijoux firmati per qualche giorno, qualche settimana, qualche mese o… per sempre (nel senso che li si può comunque riscattare). Così invece di spendere qualche migliaio di euro c’è chi si concede il lusso di una Louis Vuitton originale per 80 euro alla settimana (per le abbonate al servizio il costo è ancora inferiore). Con sede a Bristol, Handbags from Heaven (www.handbagsfromheaven.co.uk) fornisce invece a tutte le inglesi per 90 sterline (115 euro) alla settimana la possibilità di indossare gli ultimi modelli di borse di Prada, Balenciaga, Gucci, Chloé.

ARTE A NOLEGGIO
Praticare il neonomadismo non significa dover abdicare al piacere di avere in salotto opere d’arte e manufatti artistici. Per questo stanno diffondendosi a livello planetario i servizi che consentono l’affitto di quadri, sculture e altri pezzi di pregio che possano fungere da complemento d’arredo di dimore neonomadi e non. C’è chi – è il caso dell’inglese Art Lab’s (www.artlab-gallery.co.uk/) – punta sull’arte contemporanea emergente, riuscendo così a contenere i costi e offrire quadri anche a qualche decina d’euro al mese. O chi punta su artisti già affermati, come l’australiana Art Bank (www.artbank.gov.au/renting), che calcola il costo d’affitto al 5% del valore di mercato dell’opera (peraltro sempre riscattabile). E infine, per chi vuole “esagerare”, concedendosi una grandissima firma, seppur sotto forma di copia d’autore, c’è l’italiana The Moving Art (www.themovingart.com).

Arianna Dagnino
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